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Il passato è un’altro paese.

 

Il presente è un paese straniero. Sono uscita sbattendo la porta senza pensare se sarò capace di  aprirla di nuovo. Non ci sono riuscita.

 

Quello che mi rimane è osservare le immagini pulite, quelle che vedo solo io, quelle che stavo cercando nello spazio e nella dimensione della città, che quando voglio appartengono solo a me, e che faccio vedere ad altri, quando voglio.

 

Il passato fa sempre un po’  male, non finisce mai, non lo si  può cambiare o controllare. La sequenza del tempo. Il passato prossimo. L’imperfetto. Il passato remoto. Il passato è sempre perfetto.

Come è facile distruggere la percezione di Casa… Da quanto tempo non avevo una Casa io? Ogni tentativo di costruirla finisce in un fiasco. Le fondamenta vengono portate via dall’onda furiosa del mare, i mattoni delle mura messi su di giorno, tolti di notte…Voglio andare a Casa ma ho paura degli spazi concreti. La Casa è qualcosa di astratto, è una sensazione  molto poco stabile, è fragile...

Storie di famiglie
Foto e testo: ©Julia Tikhomirova